dal libro "Il mercato della malattia", di Sonia Savioli
Oggi, a decidere quali sono i valori normali del nostro organismo troviamo i mercanti. Gli stessi che acquistano ricchezza e potere se noi acquistiamo i loro farmaci.
Così, negli ultimi trenta-quarant’anni tutti quei valori sono cambiati. Li hanno cambiati, facendo i loro conti a tavolino, le varie organizzazioni dell’industria farmaceutica chiamate “società”, come per esempio la European Society of Cardiology (Società europea di cardiologia). Chiamarle “società” è appropriato. Come ci sono le “società per azioni”, le “società di capitali”, così ci sono queste società della farmaceutica sanitaria, e con gli stessi scopi di quelle sopracitate. Nel 1984, il valore massimo considerato normale del colesterolo era 240, nel 2013 era diventato 200 e adesso è 190. Voi capite che da un giorno all’altro si sono create decine di milioni di “ammalati” cronici, che fino al giorno prima erano sani e privi di preoccupazioni. Malati immaginari che però consumano farmaci veri. Le statine.
E diamoci un'occhiata, alle statine, rifilate a tutti coloro che, grazie ai parametri abbassati a tavolino, risultano ipercolesterolemici. Gli effetti collaterali comuni sono: sangue dal naso, gola infiammata, raffreddore, mal di testa, malessere generale (?), disturbi gastrointestinali, dolori muscolari e articolari, iperglicemia, diabete, danni ai muscoli. Poi ci sono i più rari disturbi neuropsichiatrici da statine: disturbi cognitivi, disturbi del sonno, letargia, pensieri ossessivi, sintomi depressivi ecc. . Rari sono la trombocitopenia, l’amnesia, i disturbi della vista, la perdita dell’udito, la pancreatite, l’epatite, l’orticaria, la lacerazione muscolare, i danni al fegato. Rara è anche la rabdomiolisi: necrosi del tessuto muscolare che può condurre alla morte... (1) (2)
In questo quadro di mercato, non possiamo tralasciare di esaminare le “società” fiancheggiatrici. Per esempio, Escardio, che è la European Society of Cardiology. «Escardio. Col cuore in mano». Il vostro, però. Sono loro a decidere quanto colesterolo dovete avere e se siete ipertesi: «Circa l’80% di coloro che dettano le linee guida di Escardio ha conflitti di interesse finanziari [...] pagamenti diretti, sia per conferenze organizzate dall’industria, lavori di consulenza, pagamenti per partecipazioni a comitati consultivi, sia per pagamenti ampiamente dimensionati fatti direttamente all’ospedale o soldi per finanziare ricerche»... (3)
Di fatto, oggi i medici passano la maggior parte del loro tempo a trovare rimedi per attenuare gli effetti avversi di farmaci prescritti da loro stessi o da altri medici. Ognuno ha la sua specialità e non conosce le specialità degli altri. Dubito che tutti i medici conoscano poi le varie “specialità” farmaceutiche che le industrie rovesciano ogni giorno a sacchi sulle loro scrivanie, tramite i cosiddetti “informatori sanitari”. L’abbondanza è tale, come avete visto, che c’è solo l’imbarazzo della scelta. Ma la scelta non li imbarazza: i prodotti più persuasivi sono quelli per i quali l’industria ha speso più soldi: in pubblicità, articoli scientifici a pagamento, articoli a pagamento delle varie associazioni sanitarie, campioncini gratuiti, convegni con ricchi premi e cotillons...
Quanto lavoro per tutti! È così che cresce il PIL, il mercato, la malattia. E, parlando di crescita del PIL in relazione alla crescita della malattia, scusate se torno ancora alle statine: «Tutte le statine possono indurre gravi miopatie, che si presentano con sintomi simil-influenzali, debolezza, mialgia [...] può verificarsi una rottura massiva delle cellule muscolari [...] si libera la mioglobina, che precipita a livello del glomerulo renale, danneggiandolo e portandolo a insufficienza renale e morte, in un quadro clinico denominato rabdomiolisi» (4). E ancora: «[...] c’è accordo generale sul fatto che le statine possano esercitare effetti farmacologici sul sistema nervoso centrale [...] (sintomi depressivi, ideazioni suicidarie, pensieri ossessivi) [...] insorgenza di una pletora di sintomi psichiatrici in relazione all’uso di statine» (5)... La DDD delle statine (dose definita giornaliera) in Italia, su mille abitanti, è passata da 6,7 nel 1997 a 24,3 nel 2001, fino ad arrivare a 79,2 nel 2019. Dunque in poco più di vent’anni il consumo di questi farmaci, che dovrebbero prevenire gli infarti e le malattie cardiovascolari, è aumentato di tredici volte, e dal 1990 al 2015 le malattie cardiovascolari sono passate dalla terza alla prima causa di morte e «[...] si prevede che aumenteranno [...] dopo un calo di mortalità negli ultimi decenni, i numeri sono di nuovo in aumento». (6) Badate bene che “negli ultimi decenni” c’era stato un “calo di mortalità”, e non di morti. “Calo di mortalità” vuol dire semplicemente che, delle persone affette da malattie cardiovascolari, ne muore una percentuale minore per quella causa. Ma, aumentando il numero di malati, i decessi in assoluto possono essere di più. Magari, comunque, qualche responsabilità in questi aumenti previsti si potrebbe dare alle statine. Che di responsabilità ne hanno parecchie...
Secondo uno studio di ricercatori dell’Università della California, nei consumatori di statine lipofile raddoppia il rischio di Alzheimer. Però ci sono studi che lo negano, altri che dicono addirittura il contrario. Uno di questi studi, che conclude dicendo che «il trattamento con le statine è notevolmente sicuro» è della prestigiosa European Society of Cardiology, che abbiamo già incontrato; quella che ha il potere di decidere se il vostro colesterolo è normale. Gli autori di tale rassicurante studio non hanno potuto evitare di dichiarare i loro conflitti di interesse, e io ve li elenco, così che possiate decidere, “notevolmente sicuri”, a chi dare credito. L’elenco era molto lungo e può darsi che qualche nome mi sia sfuggito, ma sono comunque talmente abbondanti che non farà differenza. Gli autori dichiarano di aver ricevuto finanziamenti per consulenza e per ricerche da: Amgen, AstraZeneca, MSD (Merck), Pfizer, Sanofi, Regeneron, Lilly, The Medicines Company, Kowa, Jonis, Esperion, Takeda, Boehringer Ingelheim, Mediolanum Farmaceutici, Mylan, Recordati, Sigma Tau, Abbott, Aegerion, Genzyme, Rottapharm, Unilever, Chiesa, Genfit, Akcae, Boston Heart Diagnostics, Ligaud Pharmaceuticals, Madrigal Pharmaceuticals, MedChefs, Metabolex, Quest Diagnostics, Esperion, Siemens Diagnostics, BASF, Berlin Chemie, Danone Research, Numares AG, Hoffmann La Roche, Synageva, Synlab Holding, Dezima, Novo, Biolab, BristolMyersSquibb, Nestlé, Athera, Randox, Servier . (7)
Ve l’avevo detto che il mercato era affollato.
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