I miei libri
MAREA NERA
Ma lei non è infelice, e nella palude di rancori, inquietudine e ambiguità che la circonda trova appigli, trova amore: la nonna, la bambinaia, gli amici, la cavalla Ghibli e il gatto Piumino; e le anime dei morti, a cui offre sollecita compassione e che la ricambiano con la propria.
In una Milano vana e triste, dove si aggirano senza pace avidi personaggi tra fallimenti e successo, Silvana cresce come un equilibrista sospeso sull’abisso. Fino alla marea nera che travolge la sua famiglia e che le spalanca davanti, come una rivelazione, la visione delle responsabilità di ognuno e del dolore collettivo.
il mercato della malattia
Esistono società per azioni che non si fanno scrupoli a puntare tutto il loro profitto sul “mercato della malattia“. Un mondo questo che non si preoccupa realmente della salute dei pazienti ma guarda solo agli zeri in aumento in cifre già esorbitanti.
Il mercato della malattia vale migliaia di miliardi di euro ogni anno, più delle guerre. Ecco perché l’autrice, Sonia Savioli, ha scelto di indagare le circostanze e le motivazioni che ci hanno condotto al punto in cui siamo: un’umanità che ha perso il legame con la natura e di conseguenza anche il senso delle proporzioni e della realtà della vita; una cultura e una civiltà dominate dalla competizione economica e sociale, animate dall’unico impulso di trasformare tutto ciò che esiste in fonte di profitto e potere, anche a scapito della nostra salute, anzi, trasformando proprio la malattia in una fonte di profitto, in un mercato.
Come è potuto accadere? I virus sono il grande affare del ventunesimo secolo, essendo i vaccini che tentano di combatterli un mercato che apre prospettive infinite.
Accusare i virus per qualsiasi malattia (anche per quelle inventate) e per qualsiasi disturbo (anche per quelli creati dai farmaci) appare ormai al capitalismo della malattia come un giochino semplice semplice.
il giallo del coronavirus
Una pandemia organizzata ad arte? Qual è stato il ruolo giocato dai media? Quali le conseguenze su economia e finanza? Come si è trasformata la nostra vita quotidiana? Stiamo entrando in una società del controllo?
Il Giallo del Coronavirus cerca di rispondere a queste domande raccontando l’epidemia e i suoi effetti. Siamo dentro una realtà che parrebbe fantasia, siamo i protagonisti di una anti-utopia che ci fa presagire un futuro indesiderabile e spaventoso.
Un giallo che si contamina con il romanzo storico, che pagina dopo pagina ci schiarisce la vista e ci mostra che siamo tutti minacciati.
Non da un virus ma da una dittatura globale, da un progetto disumanizzante e autocratico chiamato dalle oligarchie mondialiste Quarta Rivoluzione Industriale, che prevede l’annichilimento di ogni qualità e comunità umana, il dominio assoluto sulla natura e sugli esseri viventi da parte di un manipolo di multinazionali e dai loro padroni.
ONG - Il cavallo di troia del capitalismo globale
I giornali e la televisione sono ricchi d’immagini e articoli sul problema “immigrazione” e sulla gestione dei flussi migratori da parte delle “ONG” e dalle varie organizzazioni, tutte rigorosamente “NO PROFIT”. Con questo notevole e documentato libro Sonia Savioli ci rende edotti del ruolo effettivo che queste organizzazioni svolgono aprendoci gli occhi sulle infinite menzogne che, quotidianamente, ci sono riversate dall’informazione a senso unico in cui siamo immersi e da cui siamo soffocati. E’ un libro di piacevole lettura, l’autrice possiede una forte carica ironica che rende la lettura oltre che istruttiva anche molto gradevole. Lo scritto della Savioli, oltre ad informarci sulle varie ONG, traccia una mappa in cui sono evidenziati e dimostrati i rapporti e le interconnessioni esistenti tra di loro e tra i finanziatori sia privati che statali, con i relativi obiettivi, sia quelli dichiarati sia quelli non dichiarati, ma reali. Scopriamo così un mondo di conquistatori e di sfruttatori mascherati da integerrimi benefattori. Molti, se non tutti, iniziano ad avere dubbi sull’efficacia e sul ruolo delle ONG, sui costi, sulle continue richieste di firme e di aiuti in denaro che queste strutture, quotidianamente, richiedono ai cittadini tramite annunci, volantini e soprattutto via internet; una forma di elemosina a tutto campo, una S. Vincenzo universale di cui siamo vittime, non conosciamo l’utilizzo di queste donazioni che però ci fanno sentire con la coscienza a posto, ci danno la sensazione, in qualche modo, di dare un contributo per risolvere i problemi del mondo. Possiamo dire che questo libro ci apre gli occhi sugli effetti nefasti che le ONG provocano nelle varie parti del mondo e sul loro spregiudicato modo di operare dall’Africa alla Birmania, ci parla del cinismo assoluto che distrugge intere popolazioni costringendole a una miseria, prima mai vista, con la distruzione delle culture locali che le rende schiave, che le usa come cavie umane, obbligandole a sperimentare farmaci dannosi, spacciandoli per una insperata salvezza, mettendole in condizioni di emigrare per giungere in Europa con un sogno che non si realizzerà, ma diverrà un doloroso incubo. E’ un libro che smitizza falsi miti e finte buone azioni con gli aiuti internazionali, non richiesti, che giovano solamente alle grandi multinazionali, aumentandone a dismisura i guadagni. Certo, dice l’autrice, non tutte le ONG sono uguali, ma il 99% si muove nell’ottica di ottenere uno sfruttamento delle risorse naturali e umane con il solo e unico vero imperativo del “profitto”. Le varie organizzazioni umanitarie veramente perniciose per i popoli e creatrici di problemi apparentemente irrisolvibili di cui sentiamo parlare ogni giorno sono, ne cito alcune che troverete nel libro della Savioli: Amnesty International, Unicef, Save the Children, Medici senza frontiere, Rockefeller Foundation, Open Society Foundation di George Soros, Avaaz, Change org e molte altre da cui è bene “stare alla larga”. Ricordiamo che l’industria cosiddetta umanitaria fa circolare ben 150 miliardi di dollari l’anno: l’80% dei fondi proviene dai governi, i maggiori donatori sono gli USA, l’Inghilterra e l’Unione Europea, le sue principali macchine realizzatrici sono le Organizzazioni Non Governative (ONG) che agiscono come grandi aziende che decidono dove, come, quando e quanto investire con il loro motore propulsore che è la “povertà”. “Diverse organizzazioni non governative istituite dai “programmi di aiuti” internazionali, hanno man mano assunto molte delle funzioni delle amministrazioni locali. Si assicura così a malapena la sopravvivenza delle comunità locali, tenendo al tempo stesso sotto controllo i conflitti sociali” scrive Chossudovsky in “La globalizzazione della povertà” e così scrive Sonia Savioli: “Con lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, la povertà diventa una conseguenza, ma anche una necessità: la condizione che permette lo sfruttamento. Impadronirsi delle altrui risorse, in primis la terra, è per il capitalista non soltanto un modo per arricchirsi e ampliare i propri possedimenti, è anche un modo per procurarsi grandi quantità di manodopera a basso costo. Succedeva nell’Europa del medioevo, succede oggi con modalità poco differenti nei paesi del terzo mondo globalizzato. E, come nel medioevo fiorivano gli ospedali, le opere di carità, i lebbrosari, i monasteri, i conventi, le confraternite di misericordia, oggi, in un mondo che il trionfo dell’imperialismo e del consumismo ha ristretto come un golf infeltrito, fioriscono le “organizzazioni umanitarie”.
Slow life Del vivere lento, sobrio e contento
Con una scrittura ironica e scanzonata, questo libro ci accompagna in un percorso per ricordare le nostre radici, le gioie vere e i veri tesori della vita. Cose semplici per vivere bene, che ci aiutano anche a risparmiare, cosa non da poco in questo momento di crisi. Basta schiarire la mente dalle nebbie della competizione e del consumismo per ritrovare il “tempo che non fugge”, quello scandito dal giorno, dalla notte e dalle stagioni. Il tempo di una tisana bevuta chiacchierando coi vicini; di un libro letto ad alta voce la sera ai propri familiari; di un thermos di buon caffè diviso coi compagni di lavoro; il tempo di un viaggio in treno; il tempo di cantare insieme agli amici. Il tempo che sempre ritorna e dal quale noi siamo fuggiti. Sonia Savioli ci dà pratici suggerimenti per trasformare una situazione difficile in una nuova opportunità, per far diventare la nostra vita più umana, più gioiosa e più pacifica.
La vita sacra
Per migliaia di anni gli esseri umani hanno vissuto in comunità dove vigeva l’uguaglianza e la collaborazione, comunità di uguali che non comprendevano solo gli umani ma tutti gli esseri viventi del loro territorio: essi erano considerati simili, con gli stessi diritti e la stessa importanza. Queste comunità erano prevalentemente pacifiche, perfettamente inserite nell’ambiente e consapevoli dei legami inscindibili tra tutti i viventi e tra di essi e i fenomeni naturali. Tutto ciò che è “natura” era degno di rispetto e attentamente preservato. Con il prevalere della società di guerra e dominio e l’inizio della divisione in classi, inizia la distruzione della natura. E poiché noi siamo natura, inizia anche la distruzione dell’umanità: sfruttamento dell’uomo sull’uomo e distruzione della vita naturale.
Alla città nemica - Diario di una donna di campagna
«Alle dieci di mattina, che sarebbero le nove per il sole e la terra, ci sono ventisei gradi all’ombra. Qui, su questo cocuzzolo esposto a tutti i venti, ma i venti non ci sono, a più di cinquecento metri d’altezza sulle colline della Toscana. Tutt’intorno i cipressi, sempre più secchi. Ogni sera cerco di annaffiarne qualcuno, mentre dò l’acqua al giardino: agli arbusti, ai vasi coi fiori ma anche alle erbe spontanee, persino ai piccoli rovi superstiti. Questo, non l’avevo mai fatto prima. Ma prima non c’era mai stato un tale caldo. Mio figlio, mentre passa e mi vede bagnare i cipressi ogni giorni più secchi, mi grida: – Non sprecare l’acqua! – Forse ha ragione ma a me non sembra uno spreco: ogni goccia d’acqua che faccio cadere sulla terra so che nutre e disseta. Piante, erbe, insetti, batteri; e tutti loro sono la vita. In quest’estate micidiale, ogni piccola erba e pianta che riesce a sopravvivere mi sembra un aiuto alla nostra salvezza. […] Intanto che annaffio, che consento a tutte queste piante di sopravvivere un altro giorno, che mantengo quest’oasi di verde e relativa frescura in mezzo alle colline polverose e aride, passa ogni tanto nel cielo sopra di me qualche elicottero privato. Passa qualche aereo da guerra. Passano gli aerei di linea con la gente che in aereo va in vacanza o lo preferisce al treno per recarsi al lavoro. Passano i nemici».