di Paolo Ermani – fonte “Il Cambiamento”
Chiunque sia stato in un allevamento intensivo o abbia visto i rari documentari spesso clandestini in merito, difficilmente poi continua a mangiare carne. Ma la nostra società si basa sulla copertura e il silenziamento di quello che è scomodo e sull’amplificazione parossistica e sovraesposizione di tutto quanto faccia fare quattrini, quindi stiamo tranquilli che finché non ci faranno passare 24 ore al giorno a reti unificate morte e disperazione, così come è stato fatto per il covid, tutto il resto non esisterà. La “civile” Svizzera, che quantomeno a volte interroga i suoi cittadini su alcuni quesiti che li riguardano, ha bocciato il referendum che avrebbe sancito la progressiva chiusura degli allevamenti intensivi. Una cosa ovvia si direbbe, senza bisogno di alcun referendum, dato che in quei luoghi di inferno c’è pericolo altissimo di malattie (ma non trattandosi di covid, non esistono), sono bombe ecologiche dove si inquina l’impossibile e la sofferenza degli animali è atroce. Ma di fronte alla paura che il prosciutto o la fettina potessero costare di più in caso di chiusura degli allevamenti, gli Svizzeri hanno deciso di lasciare gli animali all’inferno. I motivi per i quali l’umanità si sta suicidando sono molti e alcuni li possiamo ritrovare nel fatto che l’ambiente e la salute, nostra e degli animali, vengono sempre dopo l’economia, come se l’economia fosse una cosa slegata da questi due aspetti. Costa meno inquinare piuttosto che non inquinare? Inquiniamo di certo, cosa vuoi che ce ne freghi dell’ambiente! Tutto ciò senza pensare che il nostro ambiente è la nostra salute e se non lo salvaguardiamo a breve non ci saremo più nemmeno noi. Spingersi fino a vette altissime su considerazioni etiche (che fare fuori miliardi e miliardi di animali ogni anno non è certo sano anche per le nostre anime) forse è troppo, ma almeno capire che l’inquinamento e le malattie che derivano dal consumo di carne sono contro la nostra salute e quindi le nostre vite, almeno quello è assai facile da capire. Inoltre la follia alimentare per cui con i mangimi che si danno agli animali ci si sfamerebbe mezzo pianeta (e c’è ancora chi ha il coraggio di dire che siamo troppi e che non c’è abbastanza per tutti), dovrebbe essere un altro argomento a favore della definitiva chiusura di tutti gli allevamenti intensivi. Invece no, siamo una razza così sottosviluppata che facciamo costantemente azioni che sono contro noi stessi e contro tutto quello che ci circonda, piante e animali. Quali possibilità ha una razza così distruttrice e stupida di sopravvivere? Nessuna e infatti abbiamo i giorni contati; che ci faccia fuori una stupidità lenta e inesorabile o una stupidità veloce e deflagrante come quella atomica, poco importa, in entrambi i casi si conferma la nostra totale inferiorità a qualsiasi pianta o animale esistente sul pianeta, che non si prodiga alacremente per fare fuori se stesso e tutto quello che lo circonda. E meno male che c’è ancora chi ci considera come eletti, superiori a tutto e tutti o stupidaggini simili. In questa situazione non rimane che usare il cervello, in teoria meraviglioso, che abbiamo, collegarlo al cuore e iniziare a costruire società non autodistruttive dove non esistano allevamenti intensivi e conseguente sofferenza animale. Solo in questo modo potremo anche salvarci, considerando quello che ci circonda non come a nostro uso e consumo ma come parte integrante di un mondo che ha tutto il diritto come noi di vivere. Facciamo in modo con il nostro rifiuto e le nostre azioni quotidiane di togliere potere e soldi a chi crea profitto dalla sofferenza e devastazione ambientale; è una strada apparentemente lunga ma di sicuro più breve che quella della politica che si misura in ere geologiche (se siamo fortunati).