Questo è un estratto dallo scritto del subcomandante Marcos “La quarta guerra mondiale è cominciata”. Lo scritto risale al 1997 ma risulta quanto mai attuale in questa “accelerazione della quarta rivoluzione industriale”, come la chiamano i compari del Forum Economico Mondiale, i quali per accelerarla hanno studiato, progettato e organizzato la dittatura pandemica in cui viviamo.
Il subcomandante Marcos è stato il portavoce dell’EZLN, l’esercito zapatista di liberazione nazionale degli indigeni del Chiapas.
… Il re supremo del capitale, la finanza, ha cominciato allora a sviluppare la sua strategia bellica, nel nuovo mondo, e su ciò che restava in piedi del vecchio. Attraverso la rivoluzione tecnologica, imposta al mondo intero per mezzo di un computer, a loro arbitrio, i mercati finanziari hanno dettato le loro leggi e i loro precetti a tutto il pianeta. La “mondializzazione” della nuova guerra non è altro che la mondializzazione delle logiche dei mercati finanziari. Da regolatori dell’economia, gli Stati Nazionali (e i loro governanti) son passati ad essere regolati, o meglio telediretti, dal fondamento del potere finanziario: il libero scambio commerciale. Non solo la logica del mercato ha sfruttato la “porosità” che, in tutto lo spettro sociale mondiale, è stata provocata dallo sviluppo delle telecomunicazioni, ed è penetrato, si è appropriato di tutti gli aspetti dell’attività sociale. Il fine è una guerra mondiale totalmente totale.
Una delle prime vittime di questa nuova guerra è il mercato nazionale. Come una pallottola sparata dentro una stanza blindata, la guerra iniziata dal neoliberismo rimbalza dappertutto. Una delle basi fondamentali del potere dello Stato capitalista moderno, il mercato nazionale, è liquidato dal cannoneggiamento della nuova era dell’economia finanziaria globale. Il capitalismo internazionale incassa alcune delle sue vittime fiaccando i capitalismi nazionali e smagrendo, fino all’inedia, i poteri pubblici. Il colpo è stato tanto brutale e definitivo che gli Stati Nazionali non dispongono della forza necessaria per opporsi all’azione dei mercati internazionali, quando questi ledono gli interessi dei cittadini e dei governi…..
Il capitalismo mondiale sacrifica senza misericordia alcuna ciò che gli ha assicurato futuro e progetto storico: il capitalismo nazionale. Imprese e Stati capitombolano in pochi minuti, ma non nella tormenta delle rivoluzioni proletarie, bensì a causa degli uragani finanziari. Il figlio (il neoliberismo) divora il padre (il capitalismo nazionale) e di passaggio distrugge tutte le promesse dell’ideologia capitalista: nel nuovo ordine mondiale non c’è democrazia, né libertà, né eguaglianza, né fraternità.
L’Unione Europea, una delle megalopoli prodotte dal neoliberismo, è un risultato della Quarta Guerra Mondiale in corso. Qui, la globalizzazione ha ottenuto di cancellare le barriere tra Stati rivali, nemici tra loro da molto tempo, e li ha obbligati a convergere e a progettare l’unione politica. Dagli Stati nazionali all’Unione Europea il cammino economicista della guerra neoliberista, nel cosiddetto Vecchio Continente, sarà disseminato di distruzione e di rovine, e una di esse sarà la civilizzazione europea.
Se le bombe nucleari avevano un carattere dissuasivo, intimidatorio e coercitivo, nella quarta deflagrazione mondiale non accade lo stesso con le iperbombe finanziarie. Queste armi servono ad attaccare territori (Stati nazionali), distruggendo le basi materiali della sovranità nazionale (sovranità nazionale che rappresenta un ostacolo etico, giuridico, politico, culturale e storico alla globalizzazione economica) e producendo uno spopolamento qualitativo dei loro territori. Questo spopolamento consiste nel prescindere da tutti quelli che sono inutili alla nuova economia di mercato….