La pandemia dei maiali

La pandemia dei maiali

di Sonia Savioli

Voi forse non lo sapete ma, come c’è l’OMS che si prende cura della nostra salute, non lasciandoci decidere nemmeno se siamo sani o ammalati, come se fossimo dei bambinetti o dei minorati mentali (e, del resto, a volte ci comportiamo in modo tale che risulta difficile non crederlo), così c’è la WOAH, che non è un’esclamazione di entusiastica sorpresa ma è la World Organisation for Animal Health: Organizzazione Mondiale per la Salute degli Animali.

Ma che bravi, direte voi, questi funzionari dell’Impero Mondiale, che si preoccupano delle tartarughe e degli uccelli marini che annegano nelle reti derivanti lunghe cinquanta chilometri, delle balene con lo stomaco pieno di plastica, degli orsi polari che muoiono di fame a causa del riscaldamento climatico, dei milioni di cani scimmie topi conigli torturati nei laboratori chimici e farmaceutici di tutto il mondo, degli uccelli stecchiti nei campi impestati di agricoltura industriale, dei pescecani ributtati in mare a dissanguarsi con le pinne tagliate, dei combattimenti di cani e di galli, dei mostruosi allevamenti intensivi di polli maiali vacche conigli…

Ferma, ferma! Non è mica questo che intendono! No, no! Loro si prendono cura degli animali che mangiamo: sono attenti e preoccupati per le pandemie che si potrebbero sviluppare negli animali allevati per diventare cibo.

Ora, quelli che credono alle pandemie veicolate da batteri e virus (si tratta di una fede di tipo religioso, e quindi è impossibile contrastarla) diranno: “Be’, certo, quelle povere bestie ammassate in capannoni come sardine in una scatola, che non possono muoversi, non vedono mai la luce del sole, che vivono sopra i loro escrementi e che mangiano m… condita con antibiotici, è normale che, appena uno di loro si infetta, tutti si ammalino”.

Ferma, ferma! Sbagliato di nuovo!

A parte che, dico io, è normale che i poveretti, come tutti i prigionieri seviziati, si ammalino senza bisogno di scomodare virus e batteri, e infatti sono tutti ammalati e ciò che impedisce che la malattia faccia il suo intero corso è solo il fatto che vengono ammazzati prima e, se siete dei carnivori indiscriminati e, senza offesa, incoscienti e spietati e anche un poco ottusi, vi mangiate le loro malattie. A parte questo, la Woah non ha alcuna preoccupazione per quel che riguarda gli allevamenti industriali e intensivi.

No, quello che preoccupa i fetusi (da fetere: puzzare come per decomposizione, marcescenza ecc.) sono gli allevamenti di quegli arretrati contadini che tengono le loro bestie all’aperto, a pascolare libere e discretamente felici.

Perché, vedete, quei piccoli contadini-allevatori, ancora così diffusi in Africa, in Asia, nell’Europa dell’est, e persino nelle alte montagne e zone boschive dell’Europa occidentale, fanno concorrenza alla grande industria agroalimentare; senza saperlo, quei piccoli allevatori sottraggono milioni, forse addirittura miliardi, alle multinazionali dei mangimi industriali, degli allevamenti industriali, delle coltivazioni industriali per mangimi industriali e della grande distribuzione di mangime industriale per umani. Che sono forsennatamente occupate a cercare di spazzarli via.

Per questo hanno deciso di introdurre (nei cervelli di veterinari, politici, funzionari ASL eccetera) l’influenza suina africana in tutto il mondo.

A cosa debbono servire queste influenze animalesche? Ricordate l’aviaria?

Servono in primis, appunto, a distruggere i piccoli allevamenti, magari biologici. Per intenderci e per restare “in zona”: quelli dei maiali corsi, che galoppano nelle montagne spaventando i turisti; quelli dei contadini rumeni che grufolano nel campetto dietro casa e corrono entusiasticamente ogni mattina a mangiare gli avanzi di cucina; quelli dei cinta senesi che scorrazzano nei boschi delle colline toscane.

La Woah raccomanda infatti di tenere d’occhio soprattutto loro: gli “allevamenti all’aperto”. Si vede che persino virus e batteri hanno schifo degli immondi allevamenti intensivi? Inoltre, raccomanda, se si danno ai maiali le verdure di scarto (che sottraggono profitti a Cargill, Pioneer e a tutti i lestofanti dei mangimi industriali), di bollirle a lungo, prima.

Perché è noto che il diabolico virus tende ad annidarsi nelle foglie appassite d’insalata e nelle bucce di patata dove, con diabolica intelligenza, sospetta e aspetta di finire in bocca all’allegro maiale in libertà. Non sa però, il diabolico virus, e non lo sa neanche la Woah e i suoi sovraconsiglieri veterinari internazionali, che un virus influenzale non si trasmette mangiandolo.

Oh, i virus sono così comodi! Come i fantasmi, fanno tanta paura, nonostante che la biologia ci dica “il virus fuori dalla cellula diventa sostanza inerte”, e quindi appaia molto improbabile che possa annidarsi nelle insalate avvizzite e nel pane vecchio. Ma, essendo ormai la logica fuori moda, persino per molti sedicenti scienziati, i virus continuano a svolgere la loro funzione economico-politica senza neanche saperlo. Magari non sanno nemmeno di essere virus. I meschini sono invisibili anche al microscopio. Se hai la fortuna di possedere un microscopio elettronico, poi, che costa un occhio della testa e quindi non si trova in ogni casa e nemmeno in ogni laboratorio di tipo cosiddetto medico-scientifico, non riesci a distinguerli dagli esosomi, che sono prodotti naturali delle cellule. E non lo dico io, lo dicono i microbiologi. “E’ difficile individuare le differenze, in termini di proprietà psicochimiche tra vescicole extracellulari che trasportano molecole codificate viralmente e vescicole extracellulari che trasportano particelle virali”.

Dunque, i virus sono così piccoli e così simili agli esosomi, che si possono tranquillamente inventare. Tutti i virologi li “vedranno”, così come le medium vedono i fantasmi e i bimbetti le fatine dei fiori o Babbo Natale. E chi siamo noi per dire che non è vero? Ognuno può vedere e credere a ciò che vuole, dalle Madonne che piangono sangue (di maiale?), agli omini verdi.

Comunque, per tornare ai maiali, quelle povere, innocenti creature dall’intelligenza sovrumana (una volta si diceva invece, di animali particolarmente intelligenti, “capisce tutto come una persona”, ma adesso significherebbe diffamarli), non vi dovete preoccupare, voi che amate il prosciutto e la bresaola post tortura: la Woah dice che il virus non è pericoloso per chi mangia salsicce e costolette e i sunnominati prodotti. Sarebbe un virus troppo democratico, se el pueblo smettesse di mangiare la carne dei seviziati maiali di allevamento intensivo, diminuendo così i profitti di padroni del vapore nonché dell’industria agroalimentare. Invece, è proprio un virus compiacente: passa dalle insalate avvizzite ai maiali ma non dai maiali ai mangiatori di porco, e così crea rogne solo ai contadini-piccoli allevatori. Sono loro che le ASL devono tenere d’occhio e, appena ci fosse un’avvisaglia di “malessere”, abbatterne tutti i maiali e incenerirli.

Perché “purtroppo” non c’è ancora un vaccino, lo scopo in secundis delle pandemie animalesche e non solo. Ma arriverà, state sicuri che arriverà. Però, prima bisogna cercare di distruggere ciò che resta di un’agricoltura e un’economia contadina.

Poi, il vaccino arriverà, sicuro come la morte e anche con qualche altra somiglianza con la suddetta: nel mondo ci sono più di settecento milioni di maiali, perlopiù allevati intensivamente. Questo lo renderà un vaccino obbligatorio: la montagna di dollaroni che permetterà di fare alle multinazionali del farmaco.

Vedete come sono importanti le istituzioni internazionali?

Sono in grado di preservare la salute del globalcapitalismo.