Gli imperi marciscono

di Sonia Savioli

Gli imperi marciscono e marciscono proprio quando sono al loro apice. Perché l’apice di un impero viene raggiunto attraverso il crimine, l’ingiustizia, la menzogna, la corruzione, l’avidità senza limiti né scrupoli, l’ostentazione di iperboliche ricchezze, lo spreco massimo di vite e di risorse. Essendo l’impero la forma suprema del dominio e di una società sul dominio basata.

Il sistema in cui viviamo oggi è un impero mondiale, diretto e governato dal globalcapitalismo. Un capitalismo imperiale che si struttura in finanziarie-multinazionali che, come macchine, obbediscono solo alla cieca legge del massimo profitto economico.

Gli imperi marciscono e nella loro cancrena agonizzante infettano i popoli: dominatori e dominati si nutrono a vicenda in una cultura di competizione economica e sociale che distrugge umanità e pianeta. Fino a che ideali, speranze, progetti e obiettivi diventano uno solo: denaro-potere. Una frenesia senza limiti e senza più altro scopo domina ormai la società dell’Impero Globale.

La logica capitalistica del profitto ad ogni costo si ammanta di false motivazioni etiche per mascherare l’orrendo volto dell’avidità senza scrupoli e limiti.

Gli scempi ambientali e i consumi enormi di petrolio necessari per i giganteschi impianti eolici e fotovoltaici vengono fatti passare per energia pulita, con la menzogna che ci salveranno da un cambiamento climatico che invece contribuiscono ad accelerare. Sono nella stessa logica di chi dice che i pesticidi e i concimi chimici e ora gli OGM biotecnoillogici ci salvano dalla fame, che gli orripilanti allevamenti intensivi ci salvano dalla fame. E’ la logica del dominio industrialista sulla natura. E’ la logica che cerca di ottenere profitto da ogni essere vivente, umano e non umano, animale o vegetale, e dagli stessi elementi: dai minerali e dalle acque. E’ la logica che cerca di ottenere profitto dai sentimenti e dagli impulsi umani, naturali o creati artificialmente: dal desiderio di evadere da una vita da animali di allevamento intensivo come è ormai la vita della gran parte degli abitanti delle città, che alimenta l’industria di un turismo da topolini sulla ruota; dal desiderio di avere un figlio, ridotto a una merce da comprare oltre l’età fertile o oltre la specificità omosessuale; dal desiderio di primeggiare, ostentare, far parte della mandria; dalla paura di malattie inventate o propagandate da un terrorismo mediatico; dal sogno di un corpo perfetto e atletico, dell’eterna giovinezza; dall’umano desiderio di un ambiente pacifico e armonioso. Tutto diventa mercato, tutto viene sfruttato, deformato, venduto e comprato.

Gli imperi marciscono e, a questo punto, tutte le regole saltano. Qualsiasi legge intesa a mantenere dei diritti uguali per tutti diventa una zavorra da buttare a mare; qualsiasi usanza determinata da rispetto, solidarietà o compassione diventa un ostacolo da eliminare; diventano ostacoli da eliminare la cultura, la conoscenza, la fantasia, l’immaginazione.

Bisogna che, oltre all’industria e al commercio, siano di proprietà e/o sotto il controllo dei potentati economici la sanità (di fatto ormai da tempo arruolata nell’esercito multinazionale di industria e commercio), la scuola, l’informazione, i libri, i film, il teatro: tutto ciò che nutre lo spirito e l’intelletto deve essere controllato e utilizzato per aumentare il denaro-potere dei dominatori.

Per ottenere ciò sono necessari governi e politici marci, che eseguano pedissequamente le istruzioni dei potentati economici, in cambio di denaro e potere.

Sono necessari una scienza e dei tecno-scienziati marci, che inventino prodotti contronatura brevettabili e narrazioni menzognere per renderli commerciabili.

Sono necessari scribacchini con un fiuto speciale per i desideri dei padroni, che divulghino le loro menzogne, i loro distopici ideali, la cultura utile a realizzare i loro fini.

A questo punto la democrazia diventa un ostacolo ma un impero in stato di avanzata decomposizione non ha la forza di imporre una dittatura aperta, evidente.

Serve l’inganno, serve la finzione, servono i sicari. Una finta democrazia, che lasci l’impressione al popolo di poter scegliere. Naturalmente, questo vale per il popolo “pagante”, quello che consuma. Le popolazioni indigene, i contadini del terzo mondo possono essere spogliati delle terre, deportati, sterminati senza esitazioni. Per questo ci sono i sicari politici, militari, fazenderos, ecc.

Ma anche per quel che riguarda gli “altri”, che riguarda noi, non è più tollerabile per il barcollante impero nessuna opposizione al proprio totale dominio.

Che venga da un capitalismo più “arretrato” e nazionalista, come nel caso di Trump o di Orban, o che venga da un’altrettanto “arretrata” sinistra, che pretende di difendere lavoratori e ambiente, non è più tollerabile per il marcescente impero che un governo passi nelle loro mani nemmeno per una legislatura. Ammazzare, inventare accuse infamanti e arrestare, fare colpi di stato soft come quello di Macron e alleanze dei cani coi porci (mi scuso coi cani e i porci veri, degne persone), qualsiasi stratagemma è lecito, basta che funzioni.

Del resto, quando gli imperi marciscono, gli Stati sono governati da individui che non possiamo chiamare prostitute, anche se chi paga di più avrà i loro favori.

Il politico onesto, specie in grave pericolo di estinzione, va soppresso senza esitare, metaforicamente o materialmente. L’onesto e amato presidente del Pakistan Imran Khan finisce in galera, nonostante milioni di pachistani scendano in piazza per difenderlo, lo stesso succede al presidente Castillo in Perù. I popoli li hanno votati, perché vivono in paesi detti “democratici”. Ma pare che si tratti di una democrazia a senso unico: se vincono le elezioni le prostitute… oops! le nonprostitute al servizio delle multinazionali-finanziarie globali, allora le elezioni sono valide e le nonprostitute possono governare tranquillamente.

I partiti hanno sempre rappresentato gli interessi di vari ceti o classi sociali ma, in una democrazia, compito dei partiti era quello sì di portare avanti gli interessi della classe che rappresentavano ma, se arrivavano a governare, il compito ineludibile era quello di mediare tra gli interessi della classe che rappresentavano e quelli del resto della popolazione, in ciò che ritenevano l’interesse complessivo del paese che governavano. L’opposizione provvedeva a non farglielo dimenticare.

Oggi in Occidente non esiste più opposizione. Non esiste mediazione. I politici non sono più i rappresentanti delle varie classi sociali ma i servi di una sola classe: quella dei capitalisti e in particolare e soprattutto dei capitalisti-finanziari globali, delle loro multinazionali e delle loro organizzazioni “sindacali”, come il World Economic Forum e le altre migliaia di cordate lobbistiche che occupano i palazzi del potere. La democrazia è un fantasma, una vuota e ingannevole parola,come tutte quelle usate dal sistema e dai suoi media per fingere di essere buoni e avere buone intenzioni. Parole come aiuti allo sviluppo per nascondere il saccheggio delle nazioni del terzo mondo; accoglienza e integrazione per nascondere lo sfruttamento, la schiavitù, l’emarginazione, i ghetti subumani in cui vive gran parte degli immigrati; parità di genere per nascondere l’annientamento della specificità femminile, in diretta contraddizione con il sistema; transizione energetica per nascondere la corsa a un mercato energetico privatizzato e gonfiato, distruttrice di territori, saccheggiatrice dei soldi pubblici, consumatrice di minerali, acque, terre.


Gli imperi marciscono e sempre, nel caos finale, scorrazzano assassini, ladri, ruffiani e prostitute. In senso metaforico, s’intende. Perché non si possono chiamare assassini i padroni-dirigenti della Rio Tinto, che intendono trasformare un’intera valle serba, popolata di contadini e di milioni di altre creature animali e vegetali, attraversata dal fiume Jadar, un affluente della Drina che scorre tra campi e boschi con tutte le creature che lo abitano, in una miniera di litio.

Tramutare in un inferno quello che oggi è un paradiso.

La RioTinto ha una grande esperienza in questo tipo di trasformazioni. D’altronde, una compagnia mineraria del ventunesimo secolo questo fa: distrugge territori immensi, avvelena corsi d’acqua e falde e le popolazioni che abitano nei dintorni, tramuta buona e fertile terra in un deserto sterile e inquinato.

Ma non si può chiamarli assassini.

Miliardi di creature, e tra queste anche creature umane, sono state uccise dalle loro attività, direttamente o indirettamente, ma nessuno dei padroni-dirigenti della Rio Tinto è finitoin galera, e non si può, naturalmente, chiamarli assassini.

I nonassassini della Rio Tinto, che ha una lunga storia di crimini contro le popolazioni e contro l’ambiente, naturalmente non sono sempre gli stessi, dato che la “compagnia” ha cominciato nel 1937, sotto il regime fascista di Franco in Spagna, a far ammazzare i lavoratori che si ribellavano. Ma il tempo passa e sono sempre gli stessi i metodi criminali che usano i suoi padroni-dirigenti, almeno quando operano nei cosiddetti “paesi in via di sviluppo”, che sono poi i paesi in cui si sviluppa di più la rapina e il profitto delle multinazionali. Rio Tinto ha avvelenato con i suoi reflui di cianuro falde acquifere, mare e corsi d’acqua, ucciso o fatto uccidere chi si opponeva al suo saccheggio, in Indonesia, Madagascar, Namibia, Camerun. (1)(2)

A Bougainville, isola della Papua Nuova Guinea, gli abusi della Rio Tinto, che, dopo aver sottratto terre agli abitanti, inquinava, avvelenava tutte le terre e le acque circostanti la miniera, provocarono negli anni ottanta una vera e propria sollevazione popolare, che costò agli abitanti dell’isola ventimila morti, oltre a torture, stupri, distruzione di interi villaggi. (3)

I nonassassini della Rio Tinto hanno più recentemente fatto saltare in aria il “più importante sito archeologico australiano”, proprietà della popolazione aborigena. (4)

E adesso i nonassassini della Rio Tinto sono arrivati in Serbia, a predare il litio per la finta transizione energetica, in realtà mercato dell’energia “alternativa” prodotta dal petrolio, e più energia si consuma e meglio è per il mercato.

Il presidente serbo Vucic, che ha svenduto un pezzo del suo paese ai nonassassini della Rio Tinto, e ha chiamato “terroristi” il popolo serbo che manifestava con tutti i mezzi pacifici a sua disposizione, non può essere definito “mezzano”. E non possiamo chiamare “ruffiano” il presidente tedesco Scholz, che si è preso la briga di andare in Serbia a far capire a Vucic che deve permettere alla Rio Tinto di macellare campi, boschi, falde acquifere, fiume Jadar, per consentire ad essa e alle multinazionali delle auto elettriche di guadagnare milioni o, meglio ancora, miliardi con un mercato sovvenzionato dagli Stati governati dai politici nonprostitute. Un mercato che provocherà altri guasti ambientali, altri rifiuti, altri consumi spropositati di energia, altro inquinamento di ogni tipo.

E la Commissione Europea, che ha mandato il nonruffiano Scholz a far pressione sul nonmezzano Vucic per svendere un pezzo di Serbia alla Rio Tinto, non possiamo chiamarla bordello, postribolo, lupanare.

D’altra parte, quando gli imperi marciscono, assassini, ruffiani, prostitute impazzano. E, mentre le guerre infuriano, i suddetti ingrassano.

Così, il nonpostribolo Unione Europea continua a dare armi al governo mafioso dell’Ucraina, ingozzando i ventri senza fondo delle multinazionali delle armi e aspettando di mangiarsela, l’Ucraina, mentre spera di destabilizzare la Russia per mangiarsi anche quella.

Così, il nonpostribolo Unione Europea assiste alla macelleria della Palestina da parte della sua sionazista colonia occidentale, Israele, sfregandosi le mani per tutti gli affari che guerra e ricostruzione promettono.

Intanto in Brasile bruciano quattro milioni di ettari, un’area grande come la Svizzera intera, di Amazzonia e Pantanal, grazie agli incendi appiccati dai grandi proprietari terrieri per coltivare soia transgenica per nutrire le vittime dei nostri allevamenti intensivi.

Ma come sempre, quando gli imperi marciscono, i popoli dell’impero, ridotti a plebe, si stordiscono di supposti divertimenti, senza badare al fatto che i loro divertimenti sono morte e distruzione per altri popoli umani, animali e vegetali. Non succedeva così anche al Colosseo? I nostri gladiatori, i nostri leoni e tigri sono più lontani, e dunque a noi non è neanche richiesto di avere rimorso o pietà.


1)https://londonminingnetwork.org/2010/04/rio-tinto-a-shameful-history-of-human-and-labour-rights-abuses-and-environmental-degradation-around-the-globe/

2)https://environmentsee.eu/the-dark-history-of-rio-tinto-mining-company/


3)https://www.lowyinstitute.org/the-interpreter/facing-ghosts-past-bougainville

https://www.jubileeaustralia.org/impact-areas/mining/rio-tinto-bougainville

4)https://www.theguardian.com/business/2020/aug/08/rio-tintos-evidence-condemned-by-aboriginal-owners-after-revelation-it-could-have-avoided-blowing-up-sacred-sites

https://action.wemove.eu/sign/2023-03-stop-rio-tinto-IT